IT 005: Perché le libertà sono importanti

Leonardo Facco, primo ospite del Podcast, ci parla di libertarismo, la filosofia politica basata sul principio di non aggressione. Capiremo perché le libertà individuali sono importanti, innanzitutto dal punto di vista etico, mentre la loro soppressione, tipica di una società altamente statalizzata, anticipa sempre la via della miseria e della schiavitù.  Ce lo insegna prima di tutto la teoria, quella economica, ma anche l’esperienza: dopo quella sovietica e nord coreana, ne abbiamo avuto una riprova proprio nel 2016 con gli sviluppi in terra venezuelana su cui Leonardo ci racconterà qualcosa.


L’ospite della Puntata

Leonardo Facco è giornalista, autore di numerosi libri tra cui la trilogia Elogio del contante, Elogio dell’evasore fiscale, Elogio dell’antipolitica, editore e fondatore del movimento libertario.

Libri Citati da Leonardo.

L’etica della Libertà di Murray N. Rothbard

L’economia in una lezione di Henry Hazlitt

La Legge di Frédérick Bastiat

Ideale, Ayn Rand

Siti web menzionati:

MiglioVerde: L’informazione indipendente che difende la libertà

Movimento Libertario: Né di destra, né di sinistra, né di centro. Semplicemente liberi e meglio!

 

18 comments on “IT 005: Perché le libertà sono importanti

  1. mfc ha detto:

    In coppia, sul tema, siete sempre una piacevole conferma di congruenza filosofica e scientifica. Avanti così! Complimenti inoltre per il format. La resa in audio è decisamente efficace.

  2. Leonardo Facco ha detto:

    Voglio, ancora una volta, ringraziare Francesco per quello che ha fatto e fa. Riascoltando la puntata, sono ancor di più colpito dell’ottimo prodotto realizzato e della crescita di Francesco come comunicatore.

    1. Francesco ha detto:

      Qualche critica è arrivata sul fatto che anche il libertarismo sia Utopia. In futuro vedrò di fare una puntata dove si dibatte questo aspetto che secondo me è molto interessante. Meglio se con qualcuno che la pensa diversamente da Leo e anche da me. Per un certo verso penso che possa essere utopia, ma non per l’impossibilità pratica (in termini di conoscenza e informazione per gestire la società dall’alto come nel caso di statalismo, comunismo, socialismo, etc, tutte forme che si differenziano tra di loro per grado e non sostanza) ma per il fatto che la natura umana ancora deve evolvere, è ancora troppo radicata ai tribalismi ancestrali che spingono le masse, come detto, a cercare sicurezza, protezione rigettando le proprie responsabilità di persone libere. Chi lo ha capito ne approfitta da millenni: è la storia della schiavitù raccontata bene da Stefan Molyneux https://www.youtube.com/watch?v=Xbp6umQT58A

      1. LeonardoFacco ha detto:

        Avanti coi nuovi ospiti per il tuo bellissimo podcast!

  3. Luca Bertagnolio ha detto:

    Interessante il riferimento di Leonardo su Ayn Rand.

    Sono certo che Leonardo sia a conoscenza dei dissapori tra Murray Rothbard ed Ayn Rand, che non si erano granche’ simpatici. Entrambi grandi supporter del libero mercato e del capitalismo, ma con visioni molto diverse sullo stato.

    Per Rand lo stato deve avere poche funzioni chiare e nette, e nessuna di piu’. Giustizia, difesa, polizia. Stop.

    Per Rothbard lo stato proprio non deve esistere, sic et simpliciter.

    Mi piacerebbe molto un’analisi piu’ approfondita di questo aspetto, con una Ayn Rand dichiaratamente NON anarchica, ed un Rothbard dichiaratamente anarchico.

    Continua cosi’ Francesco!

    Un saluto, Luca

    1. Francesco ha detto:

      Niente di meglio che questo articolo di Gerardo Gaita che sarà presto ospite del podcast.
      http://www.rischiocalcolato.it/2014/09/with-liberty-and-justice-for-all-parte-seconda.html

      Per ciò che attiene il ruolo dello Stato, da una parte abbiamo i teorici dello “Stato minimo”, i cosiddetti “miniarchici” (tra i quali Ayn Rand, Robert Nozick, Frank Chodorov), che intravedono nel Governo limitato la risposta più conforme al problema del migliore regime politico attuabile, e dall’altra i cosiddetti “anarco-capitalisti” o “anarco-individualisti” (di cui sono parte, tra gli altri, Murray N. Rothbard, Hans-Hermann Hoppe, Walter Block) i quali affermano, dal canto loro, che lo Stato è una organizzazione del tutto immorale, una forma storica di ordine da superare, che, in ultimo, non può essere in alcuna maniera legittimamente tollerata, giacché tendente sempre alla distruzione dei diritti individuali e non alla loro protezione.

      1. Luca Bertagnolio ha detto:

        Grazie del link Francesco, ho trovato anche un link ad uno scritto di Piero Vernaglione su Ayn Rand che leggero’ molto volentieri.

        Devo dire che da quando vivo qui in Svizzera, ho molto rivalutato il concetto di stato, che qui e’ piu’ vicino ai cittadini per il semplice motivo che ci sono pochissimi livelli di stato, che tra l’altro funzionano in maniera molto efficiente. Ma sempre di stato coercitivo si tratta, beninteso.

        Qui il cittadino, a seconda delle necessita’, fa riferimento al comune, allo stato (inteso come cantone, che e’ poi il vero stato in questo paese), e per ultimo allo stato federale, che e’ un livello comunque molto sottile rispetto a quello dei 26 stati o cantoni di cui la Confoederatio Helvetica e’ composta.

        E’ per questo che mi sono un pochino allontanato dalle posizioni puramente anarco-capitaliste di Rothbard ed Hoppe, che ho letto ed apprezzato in passato, per avvicinarmi ad Ayn Rand.

        E chissa’, forse e’ la vicinanza con il Mont Pelerin, che e’ a pochi km di distanza da dove vivo, che mi ha dato una mano… 😉

        Un saluto, Luca

  4. Stefano Bassi ha detto:

    ehm…ehm… 😉 dai che Francesco sta facendo una cosa utile e bella…
    anche per disponibilità a discutere cose che una volta gli avrebbero fatto partire il vaffanculo automatico… ma giustamente oggi si cerca maggiore confronto/approfondimento…massimo rispetto dunque…. 😉

  5. Alessandro Colla ha detto:

    C’è ancora chi si preoccupa dell’utopia. Se con questa si intende che il luogo libertario ancora non c’è, potrebbe avere in parte ragione. Se invece ritiene che sia utopica la possibilità che un sistema libertario possa funzionare, afferma una sciocchezza. E il caso della Svizzera ne è un esempio, il classico esempio pro Rothbard e anti Rand. Quando si accetta di rendere pubblico il nominativo di un correntista, si limita la libertà personale del correntista. Può essere solo l’inizio di una progressiva rinuncia al rispetto della libertà individuale. La caduta di stile della repubblica elvetica dimostra quanto sia utopistico ritenere che lo stato minimo si mantenga tale. E che le sue prerogative, difesa e giustizia, possano essere ottimali nel lungo termine. Oppure non importa perché nel lungo termine saremo tutti morti? Al contrario, non è utopia che il risultato di due più due dia quattro. Forse è utopistico aspettarsi che i popoli se ne convincano ma il risultato sarà sempre quattro.

  6. Renato Lanzini ha detto:

    Spettacoloooo !!!!
    Bentornato Francesco. Grande Leo!
    🙂 🙂

    Lo stato ha fatto il suo tempo!

  7. ale ha detto:

    Salve. Ho iniziato da poco a seguire questo podcast. Veramente interessante. Tematiche di cui si sente ben poco parlare.

    Avrei una richiesta da fare. Conoscevo già da tempo i podcast, anche se in Italia effettivamente non hanno ancora avuto una grande diffusione. Volevo chiedere a Francesco Carbone se potesse implementare sul sito un feed RSS per essere sempre aggiornato sulle uscite delle varie puntate. È una soluzione più standard rispetto a vari Itunes e Facebook, e consente anche a chi non utilizza sistemi operativi Windows o Mac e non è abbonato a Facebook (lo so sono una mosca bianca) di seguire il podcast senza bisogno di accedere direttamente al sito con il browser web.

    Se non fosse possibile, pazienza, mi adatterò in altro modo.

    Alessio

  8. ale ha detto:

    ‘azz. Cestina il mio commento. Ho trovato il feed RSS sulla pagina dei singoli podcast. Non l’avevo proprio visto!!!

    Alessio

  9. Albert Nextein ha detto:

    Facco, dove arriva, sbanca.

  10. andrea faveri ha detto:

    Grazie Francesco per il bel lavoro che stai facendo. Seguirò attentamente le tue puntate poichè mi interessa approfondire la mia conoscenza della materia economica. Il giudizio comunicatico è ottimo, purtroppo però, questa puntata con Facco, mi è sembrata un po’ autocelebrativa nel senso “Io sono libertario perchè sono libertario” e povera di contenuti. Non ho potuto quindi apprezzare quali azioni concrete mette in atto, anche nel quotidiano, un libertarista per perseguire il suo obiettivo. Purtroppo propendo anch’io verso la visione utopistica. Se hai occasione mi piacerebbe che una puntata di approfondimento.

    1. Francesco ha detto:

      Si Andrea, era solo una puntata di presentazione, avremo modo di parlarne ancora fino alla nausea su temi più specifici.

  11. Domenico Lofano ha detto:

    buongiorno, ho iniziato ad ascoltare i podcast da poco. Il feedback che volevo lasciare riguarda il fatto che si fa continuamente riferimento al libertarismo dicendo quanto è bello e quanto staremmo meglio con tale sistema ma mi pare non si siano spese parole per spiegare di cosa si tratta e come si realizza operativamente.
    Non so se è una scelta specifica (per rimandare alla lettura dei libri, video, podcast che vengono di volta in volta consigliati) oppure se accadrà in seguito.

    grazie

    1. Francesco ha detto:

      Domenico, si farà una puntata dedicata al tema, grazie per il suggerimento. Per cominciare il testo di riferimento rimane comunque l’Etica della libertà di Rothbard.

      1. Francesco ha detto:

        qua invece trovi tutto quello che vuoi online, http://rothbard.altervista.org/
        penso che Piero Vernaglione come maggior esperto di Rothbard sia la persona più appropriata per fare questa puntata.
        non lo sento da tempo ma cercherò di rintracciarlo.

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